Opera il simbolo di antiche promesse d’oro e vermiglio conosce prodezze. Dentro lo spazio nigredo divide ma raccoglie la speme di chi gli sorride. Or dunque legato a dirigere i tempi scalfisce il rude dei quattro elementi. Adopera il Fuoco come vecchio guardiano e di mistico creato avvolge il profano. Se l’Acqua che lava ti bagna il fermento, allora di Terra unisci l’argento. Che con l’Aria il salnitro perdona il misfatto, regola prima governa il Matto. Se questo mio dire solleva opinioni allora istruisci il vitriolo alle azioni. Di magico cerchio racchiude la Rosa, dove il profumo di giorno riposa. Trai la tua legge di sale e di zolfo, ma di mercurio istruisci il corvo. Quando colombe di bianco cadranno allora sii accorto perché l’arcano ti offriranno. Di questa mia Opera il volgo profusi fin quando il mio “oro” dai giardini esclusi. Tu cercator rimuovi il tuo fato e nel Fibonacci racchiudi il creato. Conduci i tuoi numeri viventi alle stelle dove poggiano polvere di calcio e fiammelle. Colpisci il nemico se questi vi uccide, ma attento al solfato che di rame recide. Recide la Rosa che di rosso colora, dove la scala destina l’aurora. Tieni presente che d’arte ve ne è una sola accendi perciò il lume di buon ora. Se capace sarai di muovere il segno, allora alquanto perspicace sarà il tuo ingegno.